top of page

Giovanni Curioni

Nasce a Invorio Inferiore, in provincia di Novara, nel 1831. A Torino, nel 1866, inizia la sua carriera di docente, interessandosi parallelamente alle stesse ricerche effettuate da Antonelli. 

Giovanni Castellazzi

Nasce a Sartirana Lomellina, in provincia di Pavia nel 1824. È il più tenace e convinto diffusore dell’insegnamento di Antonelli. Il suo manuale, che illustra le opere di Carlo Promis, è una somma 

La sua opera è documentata da una pubblicazione dedicata ai suoi allievi, nella quale fa riferimento alla tecnica Antonelliana per quanto riguarda gli edifici civili.

dei prototipi antonelliani che vengono diffusi tra i suoi numerosi allievi della Regia Accademia Militare di Torino dal 1870 al 1876. 

Capo dell’Ufficio Tecnico Comunale. Contrariamente al fratello, si occupa del restauro dei monumenti antichi.

Nel 1890 partecipa ad un concorso per la città di Messina nel quale propone la sua idea per restaurare il Duomo.

Il lavoro viene molto apprezzato dai critici, che trovano ben associate le forme del Quattrocento e del Cinquecento con quelle di ispirazione Antonelliana. 

Nasce a Fubine, in provincia di Alessandria, nel 1854 e si laurea con una tesi su Antonelli nel 1876. Come il fratello Crescentino, diventa allievo di Antonelli, del quale ripropone, nelle sue opere, le eccezionali tecniche costruttive. Lavora soprattutto a Carrara dove progetta o restaura gli edifici più significativi, redige un piano che prevede un riadeguamento della viabilità e viene nominato Ingegnere 

Leandro Caselli

l’architettura residenziale a Torino, dove evidenzia la partizione delle facciate in campi geometrici, evidenziando i vani e gli elementi aggettanti in laterizio a vista. Fino al 1900, collabora con Costanzo Antonelli, per il proseguimento della Mole Antonelliana. L’influenza Antonelliana si può osservare anche negli scritti che pubblica, alcuni dei quali riguardano lo stesso Antonelli: C. Caselli, Il nuovo tempio israelitico di Torino, architettura del Prof. Alessandro Antonelli: dissertazione, Torino, 1887; C. Caselli, Cenni sulla vita e le fabbriche dell’arch. Alessandro Antonelli, Torino, 1889. Cura inoltre molte necrologie di architetti e ingegneri, tra cui anche quella di Antonelli.  

Nasce a Fubine, in provincia di Alessandria, nel 1849 e si laurea con una tesi su Antonelli. Suo allievo prediletto, cerca insieme a suo fratello Leandro, di sviluppare ulteriormente le ricerche Antonelliane, utilizzando strutture in laterizio in molti suoi edifici. Per realizzare uno dei suoi più importanti lavori, l’Ospizio dei Poveri Vecchi a Torino (1882 – 1887), utilizza la struttura in laterizio, pilastri e tramezzi, secondo i dettami Antonelliani. Un altro progetto che riprende una suggestione Antonelliana è l’ingrandimento della Parrocchiale di S. Eusebio a Campagna Monferrato (1886), la cui cupola presenta, all’esterno, un colonnato circolare di grande impatto. Il suo intervento viene richiesto anche per 

Crescentino Caselli

elastici assumono una funzione statica, la struttura diventa più logica e il dualismo tra esterno e interno quasi scompare; il rapporto tra area occupata dalle strutture di piedritto e area totale coperta raggiunge un limite superato un secolo dopo dalle Halles Centrales di Parigi. Antonelli è infatti uno dei primi architetti a proporre lo scheletro portante su pilastri, indipendente dalla parte inerte e coprente”.

Nasce a Torino nel 1905. Esponendo la struttura della Cupola di San Gaudenzio, afferma che “il sistema statico della cupola non rappresenta nulla di nuovo, riprende uno schema quasi identico alla cupola di S. Paolo a Londra di Christopher Wren e più ancora quella del Panthéon del Soufflot. La genialità di Antonelli, anziché scostarsi da quegli schemi, li esalta in altezza e in leggerezza”. Analizzando la Mole Antonelliana sostiene che ”gli elementi 

Carlo Mollino

dispone di abilissimi muratori-artisti che usano queste tecniche. L’Ottocento comprende la fine di un mondo antico e l’inizio dell’ingegneria e della nuova architettura, lo stesso Antonelli è uno di quei personaggi capace di risolvere la fine dell’architettura tradizionale. Nella struttura Antonelliana il muro non esiste più, tutto il peso è concentrato in colonne e pilastri e i muri esterni servono solo per chiudere e per sostenere il tetto. Le sue costruzioni contengono legamenti in ferro, fu anche in grado di intuire la distribuzione di leggere armature in ferro atte a collaborare con il laterizio nella resistenza a flessione, come nella tecnica del cemento armato. L’operato di Antonelli diventa un tutt’uno con lo spazio urbano e con l’ambiente in cui sorge”.

Nasce a Novara nel 1909. Presenta l’opera di Antonelli come sintesi di forma classica e di contenuto romantico, nonché come massima espressione dell’architettura italiana dell’Ottocento. “Per capire l’architettura di Antonelli è necessario ricercare quale sia la sua relazione con il movimento romantico. Il carattere del romanticismo italiano, soprattutto quello piemontese è lo sforzo di far risorgere ciò che era italiano. Antonelli cercò in architettura opere strane, fantastiche, impreviste o terribili e si servì di un mezzo semplice e prestabilito. Il linguaggio di un architetto italiano formatosi nei primi decenni dell’Ottocento non poteva essere che quello dello stile neo-classico, come lo era lo stesso Antonelli. In quel periodo i materiali locali più usati erano il mattone, la calce, il granito delle Alpi Piemontesi, e lo stesso Antonelli 

Arialdo Daverio

     Antonelliana negli anni                

     Ottocentoquaranta;

  • Catalogo critico dell’Archivio Alessandro Antonelli, Vol. 1 – I disegni per la Mole di Torino;

  • La Mole Antonelliana, un secolo di storia del monumento di Torino;

  • Novara e Antonelli – Lo sviluppo urbanistico di Novara nell’Ottocento e l’opera di Alessandro Antonelli;

  • Alessandro Antonelli e la Mole di Torino.

Pubblica vari libri degli studi fatti su Alessandro Antonelli. Uno di questi è intitolato Alessandro Antonelli 1798-1888 nel quale spicca soprattutto per il laborioso studio sulla vita e sulle opere di Antonelli completando il volume con una catalogazione delle opere, accompagnate da didascalie essenziali, ripercorrendo dagli esordi sino alle ultime realizzazioni del costruttore. 

Altri esempi di pubblicazioni sono:

  • Il “Collegio delle Province” di Torino e la problematica architettonica 

 

Franco Rosso

piccola patria, all’interno della quale si vedono dipanarsi le vicende di innumerevoli personaggi e, attraverso esse, si segue la storia d’Italia, dall’Unità fino ai giorni nostri. Non si tratta di un romanzo basato sull’alta borghesia, infatti appaiono personaggi che provengono da quello che l’autore definisce “quartiere dei ladri e degli assassini”. Un’annotazione importante riguarda il ruolo che la casa ha svolto nella vita reale di Sebastiano, sua residenza per molti anni.

Nasce a Genova nel 1941. Ciò che lo collega all’architetto Antonelli è il libro che scrive nel 1996, intitolato Cuore di Pietra, ben più di un romanzo storico. È una storia d’Italia narrata attraverso le vicende di italiani apparentemente anonimi, ma che simboleggiano un intero popolo, con le sue contraddizioni, i vizi e le virtù. Novara è la città nella quale sorge la casa protagonista del romanzo, Casa Bossi. La figura di Antonelli, il cui fantasma sembra abiti ancora oggi la casa, aleggia su tutto il romanzo. La casa rappresenta una

 

Sebastiano Vassalli

 d'ingegneria, giudicandolo una perso-nalità coraggiosa ma pallida se confrontata con gli ingegneri europei dell’Ottocento, come Victor Horta o Vand de Velde.

Nasce a Roma nel 1918. Nel suo libro “Storia dell’architettura moderna” definisce Antonelli una mentalità ingegneristica che ha dato la Mole Antonelliana classificandolo tra gli autori delle principali opere

 

Bruno Zevi

Credits

MOLLINO Carlo, Incanto e volontà di Antonelli, Torino, 1941; DAVERIO Arialdo, Ispirazione romantica nell’architettura di Antonelli , Torino, 1960; GABETTI Roberto, Problematica antonelliana, Torino, 1962; GABETTI Roberto, Alessandro Antonelli, Milano, 1989; ROSSO Franco, Alessandro Antonelli 1798 – 1888, Milano , 1989; VASSALLI Sebastiano, Cuore di pietra, Torino, 1996;

http://www.treccani.it/enciclopedia/crescentino-caselli_(Dizionario-Biografico)/ - http://www.google.it/#q=alessandro+anonelli+1798-1888

 

POLITECNICO DI TORINO - Dipartimento di Architettura e Design

Corso di GIS per i Beni Culturali e Digital History

Prof. Rosa Rita Maria Tamborrino

Prof. Fulvio Rinaudo

Prof. Maurizio Marco Bocconcino

 

 

Elena Bosco - Rossella Rossi - Anna Simoni - Irina Tatar - Maura Verra

bottom of page